Suite di comò e comodini. Milano, inizio del XIX sec.

Suite composta da coppia di comò a tre cassetti e da due comodini apribili ad anta, uno dei quali con vano estraibile; impiallacciati in bois de violette quadripartito con bordure in bois de rose, noce e con riserve a medaglione intarsiate in acero, acero tinto, ulivo e bosso.

I montanti, i piedi come anche le mensole di raccordo sono intarsiate su un fondo a stucco bruciato con candelabre composte da elementi fitomorfi e vasi, campanule e rosoni; anche la bordura delle riserve dei fronti e dei fianchi è intarsiata con greche fogliacee su un fondo a stucco. Nella fascia sotto piano sono intarsiate riserve con greca ed elementi floreali. La coppia di comò ospita sul fronte e sui fianchi delle figure allegoriche inserite in medaglioni, quelli dei fianchi ripetute sul fronte dei comodini. Piani in marmo grigio bardiglio, piedi tronco piramidali. Ferramenta parzialmente sostituita.

La suite proviene da quella produzione lombarda che è tradizionalmente attribuita a Giovan Battista Maroni. Si tratta di un allievo del noto ebanista Giuseppe Maggiolini, che aveva bottega in Milano e produsse arredi di eccellente fattura affiancati a una produzione più seriale in cui vanno inseriti i mobili in questione. Diversi sono gli arredi passati sul mercato o in collezione privata simile a questi, tra cui un gruppo su cui è stata ritrovata per esteso la firma di GBM.

Questa produzione più semplice è caratterizzata da una ripetitività di disposizione del decoro, ricca fascia sotto piano, tondi intarsiati al centro e candelabre nei montanti. L’uso del fondo a stucco bruciato in sostituzione del legno, seppur molto apprezzato dal mercato, era una soluzione più economica, anche se non più semplice, la quale permetteva di risparmiare legno ma allo stesso tempo di dare un effetto quasi marmoreo al fondo.

La piacevolezza di queste produzioni emerge, nella disposizione cromatica dei legni pregiati e degli intarsi e nell’armonia delle proporzioni dell’arredo.