Tavolo parietale retto da due gambe mosse a “esse”, raccordate alla fascia sotto piano da mensole intagliate; piano in marmo grigio modanato sul ciglio.
La fascia è intagliata a baccellatura e conclusa con una cornice a nastro. I montanti terminano con due piedi a ricciolo e sono intagliati sulle quattro facce con cerchi sovrapposti e motivi vegetali; sopra i piedi, un pianetto raccorda i due montanti; intagliato da una greca a rosoni, è sormontato da un vaso classico con fiori ed è finito nella parte sottostante da un cespo fogliaceo. Tutta la superficie è dorata a guazzo.
Il mobile qui presentato è da riferire alla produzione torinese e in particolar modo all’opera di Francesco Bolgiè, essendo stringenti i punti di contatto con la sua opera.
Nato nel 1752 a Torino da famiglia d’intagliatori, dopo una formazione parigina, risulta nel 1775 socio della Compagnia di San Luca e nominato Regio Scultore da Vittorio Amedeo, primo fra tutti gli intagliatori a ottenere questo titolo.
Dopo Bonzanigo, Bolgè è l’artista più utilizzato alla corte sabauda e, nonostante la sua fama sia oscurata dalla grandezza del primo, si tratta di un intagliatore di grandissima capacità, nevvero che spesso sono state confuse le paternità delle due produzioni. Dagli inventari si evince che se Bonzanigo venne molto più utilizzato per la produzione di sediame, paraventi e cornici che richiedevano in intaglio più minuto, fu prevalentemente a Bolgè che venne affidata la produzione di mobili e consolle.
Entrando in merito alla consolle qui analizzata, il primo stringente confronto è da fare con le quattro angoliere realizzate per l’appartamento di Madama Felicita a Palazzo Reale. Le gambe a “esse” presentano lo stesso ricciolo del piede qui posto a raccordo sotto piano e l’intaglio frontale dei montanti è identico. Non può poi sfuggire la vicinanza tra il vaso intagliato della consolle e quelli posti sulla cima e tra le gambe delle angoliere, anche se il nostro, essendo posto in una posizione di primo piano, è più ricco ed elaborato.
Lo stesso motivo a ricciolo lo troviamo come mensola utilizzato su alcune commode tra cui quella della Camera da letto della duchessa d’Aosta, sempre a Palazzo Reale. Il cespo intagliato posto sotto il pianetto di raccordo si ritrova in diversi cassettoni tra cui i due della Palazzina di caccia di Stupinigi, posti nell’anticamera del Re; lo stesso elemento ornamentale è presente nello straordinario stipo in lacca blu e bianca anch’esso conservato nella Palazzina di Stupinigi.
Alcuni di questi motivi sono chiaramente utilizzati anche da altri intagliatori torinesi, compreso Bonzanigo, ma la vicinanza compositiva e di disegno con le due coppie di angoliere lascia spazio a pochi dubbi rispetto alla paternità di quest’arredo.
FineArt by Di Mano in Mano is a team of experts at your service to enhance furniture, paintings, finest antiques, art and design masterpieces at best.
Di Mano in Mano
Via Castellazzo 8, Cambiago (MI)
20040