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Cassina Dorata, Famiglia Belloni – Venezia, XVI secolo

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Descrizione

Cassina con piano apribile, fronte leggermente convesso ad urna con appoggio a mensola sagomata, decorata sul fronte a pastiglia intagliata, mentre il resto dell’oggetto è semplicemente dipinto. Il fronte è partito con quattro lesene che creano tre riserve, le due lesene laterali presentano su fondo blo due colonne tortili, le lesene centrali soni invece dipinte con candelabre in oro e tracce di colore su fondo blu.
Nelle due riserve laterali della cassina, intagliati a bassorilievo nella pastiglia, due pali attorno i quali si attorcigliano rami di quercia; nella riserva centrale un motivo quadrilobato con fiori e croci ai lati racchiude una corona d’alloro con un fiocco a cui sta appeso uno stemma araldico.

Il blasone, banda di oro accompagnata da 2 cerchi dello stesso posti in sbarra tutto su azzurro, corrisponde allo stemma della Famiglia Belloni di Venezia. Nella cornice sotto piano è dipinto un motivo a foglie susseguenti, nei fianchi come sul piede una semplice bordura con un grande campo blu; purtroppo la pittura del piano è completamente persa.

Si ritiene che le casse dipinte o decorate e dorate fossero arredi che accompagnavano come dono di nozze la dote della sposa. Vi sono le grandi casse comunemente dette da corredo e le cassine, più rare , ritenute portagioie. Grandi discussioni da tempo arrovellano gli studiosi sul collocare a Firenze o Venezia la produzione di questo tipico arredo rinascimentale; più probabilmente venivano realizzate in varie città con caratteristiche leggermente diverse, tanto vero che abbiamo casse col fronte dipinto da artisti fiorentini ma anche veneziani e similmente doveva funzionare per quelle lavorate a pastiglia e dipinte. Lo stemma della famiglia Belloni dovrebbe toglierci dall’imbarazzo, si tratta infatti di una famiglia Veneziana.
Indubbia è la rarità dell’oggetto rinascimentale e lo stato di conservazione che presenta dei decori pienamente coerenti con gli ornari dell’epoca e colloca l’oggetto nel XVI secolo.

Scrive Clelia Alberici “…La decorazione a stucco, detta a pastiglia, è un impasto di gesso, colla e a volte polvere di marmo per renderla più omogenea, steso con un pennello su una sottile tela fissata al legno. La pastiglia viene modellata come un bassorilievo per mezzo di ferri da graffito o sopra stampi, poi dipinta e dorata. Questa tecnica fu molto in uso nel Rinascimento per ornare con tenui rilievi cassoni, cofani e cornici. Data la fragilità della pastiglia, i cassoni veneziani pervenuti sono pochi e si inseriscono nell’ambito degli orientamenti classicistici dei lombardi e della scultura veneziana tra la fine del ‘400 e gli inizi del ‘500…in pastiglia di pasta di riso venivano ornate cassettine rettangolari….”

Pubblicati nel volume dell’Alberici troviamo un paio di cassoni molto simili col fronte sporgente uno convesso come questo e mensola sottostante.

 

 

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