Paravento a cinque pannelli snodabili; in pioppo interamente laccato in nero, è decorato con motivi dipinti alla chinoiseie: dragoni, scimmie, volatili, e riserve raffiguranti scene di vita cinese, di giocoleria e di combattimento. Presenta cornici fogliacee dorate a decorazione della cimasa e della parte inferiore. Rivisitazione del designer Pietro Russo con stoffa Dedar.
Già ampiamente diffuse alla fine del secolo percedente, le chinoiserie ebbero una vera e propria diffusione nell’Ottocento, apprezzate e richieste dalle principali corti europee. I richiami alla Cina e all’Oriente in genere erano in grado di richiamare un esotismo tanto qpperezzato a livello estetico quanto a livello culturale.
Il calligrafismo dei disegni a chinoiserie, l’eterongeneo bestiario (sia reale che fantastico) e le scene di vita, offrivano infatti infinite soluzioni decorative per piccoli oggetti e intere pareti, creando interessanti effetti sccenografici nell’allestimento delle grandi sale. Tra i principali propomotori delle chinoiserie vi fu re Giorgio IV che, con la costruzione del Royal Pavilion a Brighton come palazzo di piacere sul mare, decise di allestire alcuni dei locali proprio con questo stile. In particolare la Banqueting Room, la Long Gallery e la Music Room presentano arredi, lampadari, oggettistica quali porcellane, ma anche moquette e vetrate, di gusto orientaleggiante.
Le pareti della stanza dedicata alla musica, furono decorate con scene di vita cinese, in oro su fondo rosso, realizzate da Frederick Crace e Henry Lambelet e tratte da Il costume della Cina di William Alexander (1805). Nel Royal Pavilion convivono mobili, oggetti e carte da parati dipinte a mano di esportazione cinese, con altri invece realizzati in Inghilterra, di gusto orientaleggiante mediato dallo sguardo e dalle mode occidentali. Numerosi sono gli esempi di chinoiserie anche nelle corti italiane, stile amato in particolare dai Savoia che lo scelsero per allestire alcune delle sale a Stupinigi e a Racconigi.
Un altro esempio si può trovare si può ritrovare nella sala dei parati piemontesi, presso il Palazzo del Quirinale a Roma.
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