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Sei pannelli in tempera su carta, inizio XVIII secolo

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Descrizione

Boiserie realizzata con sei pannelli in carta dipinta posta su tela. La boiserie è stata composta su misura per l’appartamento moderno dell’ultima proprietà, inserendo i sei pannelli antichi. I pannelli su fondo verde sono decorati con volute rosate di gusto Luigi XIV con lambrecchini, caratterizzati da intrecci di nastri dorati e argentati alla Berrain; i nastri sono realizzati in rilievo con una decorazione a stucco che permette una bulinatura e un leggero intaglio di fogliame e riccioli; la riserva di base, nata per poggiare su di un’alta zoccolatura di un salone da palazzo, è sormontata dallo stemma di famiglia trattenuto da due leoni rampanti, all’interno del blasone un leone rampante con coda bifida tiene con la zampa destra una scimitarra.
Le riserve più alte contengono dipinti dei volatili da cacciagione policromi poggianti su di una mensola decorata.

Le ricche stanze di rappresentanza dei grandi palazzi in antico erano dipinte ad affresco ma con l’inizio del XVII sec., iniziò il diffondersi anche di rivestimenti parietali. Il rivestimento non aveva soltanto uno scopo estetico, ma anche funzionale, serviva a mantenere una temperatura più costante in ambienti poco riscaldati, i primi esempi più evidenti furono l’uso di arazzi o di boiserie di stoffe, panni e velluti. Venivano realizzate anche boiserie completamente in legno, come le Stube delle Alpi, oppure boiserie in cui venivano inseriti cuoi dipinti e soprattutto a partire dalla fine del XVII sec. anche delle boiserie atte a contenere pannelli, in carta dipinta come in questo caso o specchi. Le carte come gli affreschi permettevano di realizzare sale a tema, più duttili e con costi ridotti rispetto all’affresco e agli stucchi. In questo caso abbiamo una decorazione probabilmente dedicata alla caccia, come la sala dedicata allo stesso soggetto del Castello di Stupinigi.
Diffusissime anche le sale all’etrusca o alla cinese. Per queste sale venivano addirittura importate carte dipinte direttamente dall’oriente e poi inserite nelle coperture murali.

Un esempio a questo proposito è ancora presente a Stupinigi, ma anche a Racconigi possiamo vedere una infilata di stanze a cineserie ricoperte di carte di grandissima qualità e arredate a tema

Inutile dire che trattandosi di materiale decorativo e atto a essere sostituito, si è ben conservato solo laddove è rimasto collocato dov’era, mentre si tratta per lo più di poche serie di pannelli, talvolta mal conservati, quelli giunti sul mercato antiquariale.

I pannelli in tempera qui descritti si avvicinano a un gusto decorativo francese e che pertanto trova più paragoni con la produzione piemontese. La decorazione infatti nell’intreccio fatto dai nastri dorati e argentati richiama le composizione di Jean Bérain, le cui incisioni si diffusero a partire dalla fine del XVII sec. influenzando le decorazioni di stoffe, stucchi a pareti, intagli, intarsi ecc. di tutto il periodo Luigi XIV, dobbiamo dire almeno fino al 1740 ca. A quegli anni vanno attribuiti i pannelli descritti e a quell’influenza francese.

Il fatto che la famosa attrice Valentina Cortese li abbia adattati alla propria camera da letto di un appartamento novecentesco coi soffitti a tre metri non deve però trarci in inganno. I pannelli erano stati eseguiti senza ombra di dubbio per un grande salone molto più alto, infatti i pannelli erano inseriti in una più complessa boiserie che doveva prevedere una zoccolatura e probabilmente una pannellatura superiore, inserendosi in una parete di un altezza almeno di 5-6 metri. Il fatto che poggiassero su una zoccolatura di un metro d’altezza è testimoniato dalla presenza degli stemmi che dovevano essere non all’altezza delle ginocchia ma almeno dello sguardo dell’osservatore, essendo il casato un particolare da mettere in evidenza. La chiusura superiore poi sembra lasciare spazio a una riserva mossa che potesse alloggiare un secondo riquadro. Interessante è lo stato di conservazione, fatto salvo per l’azzurro ricoperto di una tempera di fondo verde il resto è perfettamente conservato al punto che si possa ipotizzare che il cambio di colore sia stata una scelta estetica non un restauro.

Va detto. A rinforzo delle osservazioni fatte, che a Racconigi si può anche vedere un esempio (in questo caso in affresco) di pittura con volatili simili nella Galleria di ponente, dipinta dai pittori Cimati e Trifoglio.

 

 

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